venerdì 5 luglio 2013

D10S ed il MATA D'OR

Maradona è la bestia iperbolica, nel senso infernale, anzi mitologico di Cerbero: se fai tanto di rispettarlo secondo lealtà sportiva, lui ti pianta le zanne nel coppino e ti stacca la testa facendola cadere al suolo come un frutto dal picciolo ormai fradicio. È capace di invenzioni che forse la misura proibiva a Pelè, morfologicamente irregolare nei soli piedi piatti, peraltro funzionali nella bisogna pedatoria. Maradona è uno sgorbio divino, magico, perverso: un jongleur di puri calli che fiammeggiano feroce poesia e stupore (è dei poeti il fin la meraviglia). Talora uno dei suoi piedi serve fulmineamente l'altro per una sorta di paradossale ispirazione atta a sorprendere: ma quando vuole, questo leggendario scorfano batte il lancio lungo che arriva, illumina, ispira: capisci allora che i ghiribizzi in loco erano puro divertissement: esibizione per i semplici: se il momento tecnico-tattico lo esige, in quelle tozze gambe animate dal diavolo entra solenne il prof. Euclide. E il calcio si eleva di tre spanne agli occhi di coloro che, sapendolo vedere, lo prediligono su tutti i giochi della terra.                     
  [Gianni Brera]




È un guerriero. I tifosi non lo hanno ancora catturato dalla loro parte, nella sua serietà vedono una certa lontananza, un'incapacità di raggiungimento ma proprio per questo è forte! Lui è il simbolo di una riscossa della Napoletanità, di tutti coloro che hanno bisogno di un simbolo di riscossa. 

[ Aurelio De Laurentiis ]






Vite diverse, destini incrociati, la consacrazione napoletana,  il futuro lontano dal San Paolo...



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